Saturday, 12 April 2025
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Pubblicato il 11 April 2025 alle 08:30
Olbia. È bufera sulla clinica di chirurgia plastica e medicina estetica Azzena di Olbia, finita sotto sequestro su disposizione del gip del tribunale di Tempio, Alessandro Cossu. L’operazione, condotta dai carabinieri del Nas di Sassari l’8 aprile, è scaturita da un’indagine della Procura che ipotizza l’esecuzione di interventi chirurgici invasivi, di media e alta complessità, senza le dovute autorizzazioni rilasciate dalla Regione Sardegna.
Secondo l’accusa, nella clinica di via Vittorio Veneto sarebbero stati eseguiti interventi come le mastoplastiche additive – che rientrano nelle procedure di chirurgia plastica a media o alta complessità – pur essendo la struttura abilitata solo per interventi ambulatoriali di bassa complessità.
A finire indagato è Giovanni Battista Azzena, medico chirurgo plastico, titolare e direttore sanitario della struttura. Il provvedimento è stato richiesto dal pubblico ministero Mauro Lavra, in seguito ad attività ispettive svolte nell’ambito del monitoraggio della sicurezza sanitaria.
Ma Azzena, tramite i suoi legali Pietro Piras e Chiara Tiberi, ha subito fatto sapere di aver già presentato ricorso al Tribunale del Riesame di Sassari. In una nota, il chirurgo ha fermamente respinto ogni accusa, dichiarando: "Nella mia clinica abbiamo eseguito sempre e solo interventi di bassa complessità per i quali siamo muniti di regolare autorizzazione amministrativa dagli enti competenti. Nego pertanto che siano stati eseguiti interventi di media e alta complessità secondo quanto vengo accusato."
Il professionista ha ribadito la correttezza del proprio operato anche sotto il profilo clinico: "Gli interventi di chirurgia plastica in Clinica Azzena sono eseguiti in tumescenza fredda, in presenza di un anestesista. L’innovazione tecnologica e l’evoluzione delle conoscenze mediche rendono oggi possibile eseguire in regime ambulatoriale anche procedure complesse, prima previste solo in regime di ricovero."
Azzena ha poi sottolineato l’assenza di segnalazioni da parte dei pazienti: "In tutti questi anni da chirurgo plastico ho sempre lavorato in scienza e coscienza, mettendo il paziente e la sua salute al primo posto. Ci tengo a sottolineare che non esistono denunce da parte dei pazienti."
Ora spetterà al Tribunale del Riesame valutare la fondatezza delle motivazioni del sequestro e decidere sull’eventuale revoca del provvedimento. Intanto, il caso riaccende i riflettori sulle autorizzazioni sanitarie e sui limiti operativi delle strutture private in ambito chirurgico.
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