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Olbia, Trentaquattro anni fa la tragedia della Moby Prince: 140 vittime e ancora domande senza risposta

Un anniversario doloroso: la Sardegna non dimentica i suoi 30 morti

Olbia, Trentaquattro anni fa la tragedia della Moby Prince: 140 vittime e ancora domande senza risposta
Olbia, Trentaquattro anni fa la tragedia della Moby Prince: 140 vittime e ancora domande senza risposta
Andrea Baragone

Pubblicato il 10 April 2025 alle 12:56

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Olbia. La notte tra il 10 e l’11 aprile 1991 resta impressa nella storia come una delle più gravi tragedie marittime italiane in tempo di pace. Trentaquattro anni fa, il traghetto Moby Prince, partito dal porto di Livorno e diretto a Olbia, entrò in collisione con la petroliera Agip Abruzzo, provocando un incendio devastante a bordo. Le fiamme avvolsero rapidamente l’intera nave: morirono 140 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio, solo uno sopravvisse. Tra le vittime, 30 erano sardi.

A distanza di oltre tre decenni, la verità su cosa accadde quella notte resta ancora incompleta. Le cause della collisione e, soprattutto, il ritardo nei soccorsi rimangono al centro di numerosi interrogativi. Il disastro della Moby Prince è stato paragonato, per complessità e zone d’ombra, ad altri eventi tragici della storia italiana come Ustica e la stazione di Bologna. Le famiglie delle vittime continuano a chiedere verità e giustizia. I lavori della terza commissione parlamentare d’inchiesta proseguono nel tentativo di ricostruire l’intera vicenda, smontando teorie ufficiali già smentite da precedenti commissioni.

Oggi, come ogni anno, Livorno commemora le vittime con un corteo che si conclude davanti al monumento dedicato ai 140 morti. Le associazioni “140” e “10 aprile”, da sempre in prima linea nella richiesta di verità, ricordano che «non ci può essere memoria senza giustizia».

Anche ad Olbia, città da cui proveniva una parte delle vittime e destinazione finale del traghetto, il tema della memoria è tornato al centro del dibattito pubblico. Nell’aprile del 2023, durante una seduta del Consiglio comunale, il consigliere di opposizione Eugenio Carbini ha portato una interpellanza per chiedere all’amministrazione di commemorare il disastro con due azioni simboliche: l’esposizione permanente delle 140 cartoline realizzate dall’associazione culturale Effetto collaterale – ciascuna raffigurante una delle vittime – e la realizzazione di un monumento presso l’area portuale.

Carbini, che nel suo intervento indossava una maglietta con la scritta #iosono141, ha dichiarato: "L’iter storico degli eventi fu tragico quanto la tragedia stessa. Una prima parte elaborata dalla fase giudiziale, che produsse una teoria poi smontata da due commissioni parlamentari d’inchiesta fortemente volute dai familiari. I misteri che avvolgono il disastro non hanno nulla da invidiare a quelli di Ustica e Bologna".

La proposta ha però incontrato la resistenza del sindaco Settimo Nizzi, che ha motivato il mancato sostegno citando polemiche e tensioni passate tra le amministrazioni di Livorno e Olbia. 

Nonostante le tensioni e le incomprensioni, la memoria della Moby Prince rimane un ferita aperta, tanto a Livorno quanto in Sardegna. Le famiglie non dimenticano. E mentre la politica discute su come e se ricordare, resta il silenzio di chi attende una verità mai arrivata.