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Pubblicato il 09 July 2017 alle 13:41
Fido vantava solamente due virtù. Era un buon cane da… culo e, dote assai importante, era cane sincero per la sua schietta stupidità della quale pareva andasse fiero.
Il negozio di generi alimentari di mio padre Sebastiano si trovava ancora in via S. Simplicio, mentre la nostra abitazione, dall’inizio del 1941, sorgeva al piano superiore del negozio dei nonni, in via B. Sassari. L’accesso di casa avveniva dalla via Trieste: superato l’ingresso, un corto corridoio di tre metri per due seguivano due rampe di scale che portavano al piano superiore.
Vi chiederete a questo punto, “Ma le virtù del cane…?”.
Calma!
L’accenno sulla dislocazione dei due locali appena menzionati, il negozio e la nostra abitazione, ha una sua motivazione.
Teatro dei giuochi di noi ragazzi era, spesso, lo spazio antistante il negozio di babbo. Dei nostri compagni, oltre Fido, faceva parte uno (che chiameremo Gianni) il quale era solito creare discordie e scompiglio cui si accompagnavano, a volte, gli spintoni. A perdere la pazienza e a ristabilire l’ordine fu proprio Fido il quale, un giorno, presa di mira la polposa natica di Gianni… “su pagu móssu chi l’at dadu! La lezione si rivelò efficace e definitiva dal momento che Gianni, da allora, evitò di prender parte ai nostri giuochi ogniqualvolta notava la presenza del nostro “prode difensore”.
… e cane sincero.
Dopo una lunga giornata trascorsa per strada, Fido rincasava per il necessario riposo notturno previsto, per lui, dietro la porta di ingresso, nel piccolo corridoio di casa appena descritto, dove disponeva di un ampio sacco di juta sul quale accucciarsi. Per noi tutti non ci fu mai occasione di trascorrere notti insonni a causa dell’abbaiare del cane: quello, dormiva a dispetto di tutto e di tutti. Al risveglio del mattino, però, ti ritrovavi la “lieta sorpresa”: sul pavimento del piccolo corridoio, una grande quantità di bigné, petit four e cannoli di varia misura. Quindi, sbattuto fuori casa quel cagone, era sempre compito di mamma provvedere, con ettolitri di varecchina, alla necessaria bonifica.
Mai riuscimmo a farlo crepare per strada, tanto che oggi mi viene il sospetto che quel cane sia nato in anni non suoi per il rispetto innato che dimostrava per i luoghi pubblici.
Lo regalammo più volte, per disperazione, ma dopo giorni, e persino dopo settimane, te lo ritrovavi sulla porta tutto scodinzolante…
Di seguito vi propongo pochi versi che ho dedicato a questo cane al quale, tutto sommato, riconosco il solo merito di averci lasciato un ricordo di sé.
era larga la strada!
E quando ti demmo a un pastore
da lungi venuto…
perché a casa tornasti
a distanza di mesi?
E fosti, di nuovo,
la tribolazione
per mamma!
Però, caro Fido,
sebbene il pietoso passare del tempo
abbia reso affettuoso
un funesto ricordo,
invano andiamo cercando
risposte a una sola domanda
che ancora ci opprime:
perché lo facevi?
Perché “la” facevi
al di qua della porta di casa…?
Eppure senz’altro sapevi che,
al di là,
era larga la strada!
©Dionigi Pala
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