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Le mie estati in via Romana - di Salvatore Careddu

Noi non sentivamo né il fresco, né la rugiada, né i dolori e il tempo non esisteva e neanche il buio

Le mie estati in via Romana - di Salvatore Careddu
Le mie estati in via Romana - di Salvatore Careddu
OLBIAchefu

Pubblicato il 21 July 2024 alle 18:00

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Olbia. C'era ovunque una piazzetta, un cortile o un marciapiede dove nelle sere d'estate gli anziani sedevano a prendere un po' di fresco. Gli uomini a guardare il cielo quasi in attesa di vedere accendersi le prime stelle nel crepuscolo che diventava notte, mentre le donne sedute su sgabelli o sedie portate da casa parlavano e, più la sera diventava sera, più il loro parlare si faceva vocio sommesso ed erano storie di paese, di famiglie.

Noi bambini intorno correvamo liberi. Le femmine lanciavano una palla contro il muro e la riprendevano dopo aver battuto le mani e fatto una giravolta; noi maschi giocavamo a nasconderci e chi stava sotto, il viso tra le braccia conserte al muro, urlava all'improvviso “cinquanta, cinquant’uno non conto più per nessuno” ed era sempre ridere o litigare, mentre i più grandi cominciavano a far compagnia.

E la sera calava e calavano le voci e i più anziani rientravano a casa che “sento che fa fresco” diceva una donna trascinandosi la sedia e stringendosi lo scialletto sulle spalle; “senti che aria” diceva un anziano, “cala la rugiada e sono pieno di dolori”. Noi non sentivamo né il fresco, né la rugiada, né i dolori e il tempo non esisteva e neanche il buio, che bastava quella lampada appesa al centro che cominciava a dondolare, se si levava quella brezza della sera, che si diceva facesse ondeggiare le ombre. Col giorno la strada si svegliava ai primi raggi del sole e i primi uomini andavano a lavorare mentre i pescatori erano partiti che era ancora notte.

E il sole lentamente saliva e toglieva il velo della notte.

E c'erano le prime voci di “buongiorno”, “ciao” sulla notte calda, sulla notte fresca.

E se la giornata d'estate cresceva nel sole, nella strada fremeva la vita, e tutto era un vocio di suoni.

Adesso via Romana é stata rimessa a nuovo.

L’ho percorsa soffermandomi ad ogni uscio e ricordando il nome di chi aveva vissuto la mia infanzia, la mia adolescenza, la mia giovinezza, e con essa alla mente sono ritornati tanti, tanti ricordi di chi ha vissuto quel tempo che considero meraviglioso per i valori che hanno segnato la mia vita.

Salvatore Careddu