Sunday, 22 December 2024
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Pubblicato il 11 December 2021 alle 19:00
Olbia. Mancano due settimane al 22° Natale con mio marito. Non è un Natale qualunque, ma il primo dei Natali quasi post pandemia, che passata una certa età iniziano ad avere un "peso". Abbiamo superato questo periodo infernale fortunatamente indenni ed anche questo Natale 2021 andrà festeggiato. "Festeggiato" è una parola sproporzionata visto che saremo in 14 adulti e 4 bambini, i nipotini; ma per le mie condizioni di salute e dovendolo fare in casa, è già tanto.
E poiché "ventiduesimo" è un numero ordinale che non davi per scontato, questo ti obbliga a fare un bilancio degli anni passati insieme e nel farlo mi vengono in mente spezzoni di questa vita a due. Un tuffo in un passato non troppo lontano che fa riaffiorare alla mente i ricordi dei suoi viaggi a Sassari, prima del sospirato trasferimento.
Come quando usciva da casa alle 22,00 e alle 22,05 squillava il mio cellulare ed iniziavamo le lunghe chiacchierate che andavano avanti per tutto il viaggio ed anche oltre. E poi quelle sue lettere scritte magari su un improvvisato foglio di rotolo bianco per calcolatrice, con la sua meravigliosa grafia ridotta ai minimi termini per adattarla alle dimensioni della carta; come quando arrivava da Sassari, ogni settimana con un mazzolino di fiori che erano poesia tanto erano particolari e belli; come quando mi faceva trovare sotto il cuscino o dentro il tubo dei Baci Perugina la scatolina di un gioiello importante o faceva i biglietti per un fine settimana lungo da fare in moto verso la Toscana, per portarmi a La Verna, il Santuario di San Francesco dove amo ricaricare le mie batterie un po' scariche dagli eventi della vita. O ancora, da giugno in poi, quando si svegliava alle 4,30 del mattino per portarmi a vedere l'alba dal Lido del Sole, un'abitudine mai persa perché sa che per me ogni alba ha un significato particolare ed unico e mi ricorda le migliaia di albe viste dalla finestra o dal terrazzo della mia casa di Pittulongu, quando gli anni erano belli ma forse dati per scontati, mentre nella vita non c'è niente di scontato, neanche quando lui gioca con Raffaele e Irene e, più raramente con Viola e Chiara e li porta alla giostra di Piazza Matteotti o ai giochi con le funi del lungomare per farli contenti. Certo lui è anche quello che qualche volta si innervosisce per un niente, ma gli passa subito e gli torna il sorriso. Insomma è la persona speciale che il Signore mi ha messo al fianco come Angelo Custode e che io amo di un amore che cresce ogni giorno, anche nei giorni "storti", perchè anche in quelli imparo qualcosa di lui che non conoscevo ed ogni giorno è una nuova avventura da vivere insieme finchè Dio vorrà.
E poi vengono in mente i Natali fino a quello del 2010, l'ultimo bellissimo Natale passato contandoci tutti...
Sembra di poter dare tutto per scontato nella vita, come se genitori, zii, cugini, amici di una vita siano eterni; come se da un Natale all'altro, nei 365 giorni che li separano, dovesse cambiare solo un numero del calendario e niente più.
E anche quel Natale era passato, sì era passato per scontato, non che a casa non si festeggi e il Natale passi come una festa qualunque, ma avremmo potuto fare quacosa di diverso: rifare l'albero a casa di mamma o il Presepe grande e non dentro una cesta; preparare una cena ed un pranzo diversi; andare alla Santa Messa di mezzanotte tutti insieme, anziché sparsi tra quella di mezzanotte e quella di mezzogiorno del 25... avremmo potuto, già avremmo potuto... invece è stato il solito Natale!
Se solo avessimo saputo che sarebbe stato l'ultimo Natale tutti insieme, avremmo apparecchiato con i centrotavola in argento, lasciati dentro il mobile perché manca il tempo per lucidarli; avremmo messo gli abiti più eleganti; avremmo cercato ricette nuove; o semplicemente ci saremmo abbracciati di più e più forte e ci saremmo detti auguri, buon Natale, ti voglio bene!
Non avremmo mai immaginato che da lì a tre mesi mamma si sarebbe ammalata e il primo di maggio il Signore l'avrebbe chiamata a sè, né che dopo un anno giusto sarebbe stato il momento della mia consuocera, che per me era come una sorella, e dopo 19 mesi da quel Natale sarebbe stato il momento di papà, e poi a ruota tutti gli altri: diciassette affetti da allora, con la casa che si svuota ogni anno di più... si riempie di nuovi affetti piccoli che vedi crescere, ma le radici non ci sono più e capita che nonostante sia diventata, dopo mia sorella, la più grande, io continui a sentirmi orfana.
Ma da allora ho imparato una lezione: nessun giorno è scontato. Non è detto che ci siano altri Natale in cui miei figli potranno contare la mia presenza anziché vedere un posto vuoto a tavola.
Quindi lasciamo passare anche queste due settimane che ci separano da un meraviglioso 25 dicembre e poi che Festa di Natale sia!
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