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Pubblicato il 06 June 2024 alle 18:30
Luras. Un parto gemellare, in un’epoca in cui non esistevano le cure per la fertilità (maschile e femminile) era veramente un evento insolito. Ancor più un parto trigemino. Ma un parto quadrigemellare (quattro gemelli) rappresentava sicuramente qualcosa di assolutamente straordinario. Eppure, è ciò che risulta essere accaduto nella piccola Luras di 155 anni fa.
I quattro gemelli, nacquero esattamente alle prime ore del 19 settembre 1869. Erano figli della trentacinquenne Domenica Pirredda e del quarantacinquenne Luca Scampuddu Calzoni fu Michele, entrambi pastori. Il parto avvenne nell’ovile paterno in località Tralana. Probabilmente proprio dove oggi insiste l’omonimo stazzo. Assistette al parto plurigemellare con funzioni di levatrice tale Maria Francesca Piga, citata sugli atti di nascita come “pastoressa”, coadiuvata dagli altri due pastori Salvatore Demuru e Gavino Cucciu. Lo scenario, quindi, fu assolutamente “bucolico” ma in assoluta povertà e miseria.
Alle ore tre di notte nacque la piccola Mannena. Poi Tommasina e Agostina. Verso le quattro venne alla luce il quarto nato: Isidoro. Nessuno dei presenti poté firmare le dichiarazioni di nascita perché tutti analfabeti.
I parti plurigemellari, all’epoca, rappresentavano sicuramente un’eccezione. Solo alcuni anni più tardi, infatti, i genetisti si sono cimentati a studiarne la frequenza. Il professor Serafino Patellani, prendendo in considerazione il periodo di 43 anni che dal 1872 al 1914 (successivo alla nascita dei quattro gemelli luresi), ha rilevato per l’Italia solo 11,97 parti gemellari su 1000 parti semplici.
Nelle due province di Cagliari e di Sassari, nelle quali allora si divideva l’Isola, tra il 1872 e il 1914 si sono avuti 7162 parti gemellari a Cagliari (tra cui 96 tripli) e 4555 (tra cui 65 tripli) a Sassari. Nessun parto quadrigemino nell’isola, quindi, nei 45 successivi all’evento lurese.
I dati statistici dal 1901 al 1954 in 107 comuni su 334 delle tre provincie sarde (Cagliari, Nuoro e Sassari) sono stati raccolti da Carlo Maxia. Su un totale di 718.649 il genetista sardo individuò 6633 parti gemellari. La frequenza rilevata di parti multipli risultò di 9,2 su 1000 parti semplici. Secondo i dati acquisiti tale cifra è la più bassa fra tutte le regioni italiane.
Tra i paesi mediterranei è leggermente superiore a quella di 8.9 data dalla Spagna per gli anni 1926-1934, che risulta la più bassa in Europa. Il dato più interessante rilevato da Maxia è quello che sull’isola, nel periodo 1901-1954 si sono verificati 53 parti trigemini e un solo altro parto quadrigemino. Questo si è verificato ad Assemini in provincia di Cagliari, logicamente tra il 1915 e il 1954.
Il parto quadrigemino di Luras del 1869, per la sua epoca, fu quindi indubbiamente un record. Infatti le cronache attesero ben sessantacinque anni dopo il parto lurese per occuparsi di un parto pentagemellare avvenuto oltre oceano. Era il 28 maggio 1934, a East Ferris, in Canada. Si trattò delle cinque gemelle Émilie (m. 1954), Marie (m. 1970), Yvonne (m. 2001), Annette (vivente) e Cécile Dionne (vivente). Passate alla storia come le prime sopravvissute ad un parto pentagemellare divennero un vero e proprio fenomeno mediatico di livello internazionale.
Per arrivare a un parto esagemellare si dovette attendere il 1980 ed accadde in Italia. Linda, Letizia, Fabrizio, Roberto, Francesco e Giorgio Giannini nacquero a Bibbiena, in provincia di Arezzo.
Per tornare ai quattro gemelli luresi, non sappiamo quanto pesassero ciascuno ma probabilmente molto poco. Le gemelle Dionne pesavano in tutto sei kilogrammi. I Giannini tra 1,5 e 1,7 kilogrammi ciascuno. A nostro parere nessuno dei quattro gemelli Scampuddu Calzoni potrebbe aver pesato più di un chilo. Infatti, al contrario delle cinque gemelle Dionne, di famiglia molto più benestante, sopravvissero solo pochi giorni.
IN OLBIA. Le gemelle Ester e Isotta Carlini in braccio alla sorella Rosina nel 1911
Tommasina visse solo quattro giorni, morendo alle ore 4.00 del 23 settembre. Il giorno dopo alla stessa ora morì Agostina. Passarono solo altre tre ore che morì anche Mannena, alle 7.00 del 24 settembre 1769. L’unico maschio, Isidoro, sopravvisse sino alle 15.00 del 25 settembre, e perì dopo solo sei giorni di vita.
I genitori ebbero ancora un altro figlio. L’ 8 gennaio 1875 infatti, nacque Michele, partorito dalla madre ormai quarantunenne, questa volta in casa. Morì a soli due anni e nove mesi il 16 ottobre 1877. In precedenza un’altra figlia, Mannena, era deceduta il 15 ottobre 1868 a 18 anni. Di conseguenza Luca e Domenica sembrerebbero essere già sposati alla data del 1850, quando contavano rispettivamente 26 e 16 anni.
È quindi fortemente probabile che abbiano avuto ancora altri figli ma non ne abbiamo notizia poiché i registri anagrafici iniziano a metà 1866. In ogni caso non risultano sopravvissuti allo scoccare del 1866, tranne la citata Mannena. Al contrario i due coniugi, pur estremamente sfortunati dal punto di vista “genitoriale”, vissero abbastanza a lungo, per l’epoca. Domenica Pirredda morì il 26 luglio 1901 a 68 anni. Luca Scampuddu Calzoni – che nel frattempo aveva mutato il suo cognome in Orecchioni – superò gli ottanta anni e venne meno l’11 agosto 1905.
Foto con logo tratte dal volume per la Collana Atlante Sardo, Editoriale Documenta, IN LURAS, di Sebastiana Munerato e Sebastiano Depperu che si ringraziano.
Foto con logo tratta dal volume per la Collana Atlante Sardo, Editoriale Documenta, IN OLBIA, di Patrizia Anziani che si ringrazia.
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